domenica 31 dicembre 2017

VLOG 197: Tre capodanni

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly, lui è Kent, questo video uscirà il 31 dicembre, pertanto entrambi vi diciamo «AUGURI DI BUON ANNO!», ma potreste guardare questo video più avanti (perché rimarra - comunque - sul canale), magari lo state guardando a ferragosto, quindi vi diciamo anche «Auguri di Buon Ferragosto!», «Auguri di buona domenica»... insomma: scherzi a parte cominciamo, sigla!
[♪♫♪]
31 dicembre, ultimo giorno dell'anno, capodanno: il momento in cui tocca rispondere - appunto - alla terribile domanda "cosa fai a capodanno?"
Bene, io ho pensato di raccontarvi qualche breve aneddoto e quindi di raccontarvi tre capodanni molto particolari che ho passato: vi voglio raccontare il capodanno che considero (ad oggi) più divertente, quello che mi è piaciuto di più, che mi ha divertito di più.
Il capodanno più memorabile: quello che mi è rimasto impresso nella memoria per delle cose che mi sono successe...
E il capodanno peggiore, perché forse è il caso di raccontare anche quest'esperienza, anche se è stata un'esperienza molto negativa, perché comunque è stata un'esperienza che mi ha fatto cambiare modo di pensare alle cose.
Quindi cominciamo dal mio capodanno migliore, il capodanno più divertente: un capodanno che ho passato con degli amici, avevamo organizzato un pigiama-party a casa mia.
Adesso non ricordo esattamente quale anno è stato: quello che ricordo è stato il divertimento che c'è stato, perché noi - a parte una cena abbastanza "normale" (non abbiamo fatto il "cenone"), quello che volevamo fare era divertirci. Per divertirci avevamo noleggiato da Blockbuster tre film, da guardare per far scorrere il tempo.
Tre film pazzeschi: erano tutti *estremamente* comici.
Quindi dopo aver mangiato, verso le 21:30~21:45 abbiamo messo su il primo film, che è un film svedese: "Kops", che se non avete visto dovete *ASSOLUTAMENTE* guardarlo, perché è bellissimo.
Successivamente per la transizione alla mezzanotte abbiamo messo su "Galaxy Quest", che - di nuovo - se non l'avete visto, per il Martello di Grabthar andate *subito* a vederlo! È una sorta di parodia dei film di fantascienza con le astronavi, in cui delle persone vengono messe di fronte alla realtà di dover avere a che fare con le astronavi e con le guerre spaziali, ed è una cosa allucinante e fatta benissimo, ed è divertentissimo.
Più o meno verso mezzanotte siamo arrivati alla scena dell'uscita della nave dallo spazioporto: non faccio nessuno spoiler, tranne che in quel momento eravamo talmente impegnati a ridere che ci siamo fatti gli auguri a mezzanotte e dieci, praticamente!
E il terzo film che, vuoi anche per l'inizio di avvinazzamento a cui eravamo arrivati, e l'orario (perché era l'una di notte, eravamo piuttosto stanchi) è stato - oserei dire - mistico: "Toxic Avenger IV - Citizen Toxie", e non avevamo *mai* visto nessuno dei film della saga di Toxic Avenger. Come primo film abbiamo visto il capitolo 4, perché solo quello c'era da Blockbuster all'epoca e c'aveva incuriosito un po' la trama.
Come ripeto: è stata un'esperienza *mistica*, questo è stato il capodanno in cui mi sono divertito più che in ogni altra cosa: guardando dei film spettacolari in compagnia di amici, in sano relax... è stato veramente divertentissimo, e infatti ancora lo porto nel cuore.
Capodanno più memorabile per l'esperienza fatta. Questo mi ricordo l'anno: è stato il capodanno 2000 (il primo gennaio 2000), quindi la notte finale 1999~2000, non tanto per la notte del 31, che è stato un normalissimo capodanno su a Trento con i parenti, con i cugini, con gli zii etc. bensì quello che è successo dopo, perché nell'arco della serata, della nottata, è stato un normalissimo capodanno in famiglia: abbiamo mangiato, abbiamo brindato, abbiamo giocato... niente di particolare.
Poi, dato che c'era una distesa di bambini, verso l'una (l'una e qualcosa) siamo tutti andati a dormire: i bambini oramai erano tutti quanti crollati e anche gli adulti avevam detto "sì va bene, ma cos'altro dobbiamo fare?"
Per mia stramaledetta abitudine mi sono svegliato alle 5:15 del mattino, alché ho detto "Va bene, dai. Son le cinque e un quarto di mattina: non voglio sprecare l'opportunità".
Volevo vedere l'alba del primo gennaio 2000 sui monti, sulle alpi o sulle montagne in generale. Mi son fatto la doccia, ho preso, son partito in macchina; volevo decidere un posto dove andare e ho deciso di andare verso Riva del Garda. Sono arrivato a Riva del Garda alle sei di mattina: facevano -18 gradi, un freddo *pauroso*; ho continuato lungo la strada della Gardesana, lungo stradine laterali così, passeggiando tranquillamente e mi sono fermato: ho guardato l'alba sul Lago di Garda e sui monti.
È stata anche quella un'esperienza molto molto bella e gradevole, e poi sono finito a Salò a prendere il mio Primo Caffè dell'Anno.
A Salò c'erano ancora sui -15, saran state le 6:45 di mattina. Mi son preso il Primo Caffè dell'Anno e... gli faccio: "Ristretto... e senti, guarda, mettici giù l'etichetta nera, perché fa freddo: mi voglio scaldare!"
Era la prima volta che prendevo un caffè corretto (soprattutto la prima volta che prendevo un caffè corretto alle sette meno un quarto del mattino!), quindi poi - uscendo dal bar - ho anche detto "Sì, ok, però insomma: mi son preso un caffè col brandy... alle sette di mattina. Magari - non so - mi siederò un attimo: non vorrei che..." non vorrei CHE COSA? Nun m'ha fatto GNENTE! Cioè, l'unica cosa che ho ottenuto mettendo il brandy nel caffè è che mi ha intiepidito il caffè, perché dopo di ché non ho sentito più caldo, non ho sentito più freddo, non m'è girata la testa... 'un m'ha fatto NULLA.
C'erano quindici gradi sotto zero, praticamente ho l'impressione che avrei fatto meglio a prendere il caffè normale: almeno bevevo qualcosa di più caldo!
Ma è per questo che mi è rimasto un po' nella memoria questo capodanno. Appunto da una parte il fatto che il caffè corretto a -15 non mi ha fatto nessun effetto, e dall'altra proprio il fatto di vedere il sole che albeggiava sul Lago di Garda, sulle montagne, un po' di enrosadira: è una cosa molto particolare, che mi è piaciuto moltissimo fare.
E arriviamo al capodanno peggiore della mia vita. Quello in cui ho fatto, più che altro, l'esperienza peggiore della mia vita, perché il capodanno in sé fu abbastanza normale. È quello che era successo la mattina del 31, che è stata la peggior esperienza della mia vita, ed è stata l'esperienza che mi ha cambiato sotto molti aspetti.
Dovevo fare le ultime compere, ero entrato in tabaccheria: stavo comprando le sigarette e il giornale, e di fuori c'era una sorta di piccolo parco, una specie di piccola piazza con un po' di verde.
C'eran dei ragazzini che stavan tirando dei petardi e - praticamente - quello che ho sentito è stato il botto cupo di un petardo assieme a un urlo.
A un urlo che non è un urlo di spavento, non è un urlo di paura... è l'urlo di un animale scannato, è una cosa che...
Avevo preso le sigarette, stavo aprendo il giornale: ho proprio mollato tutto e sono uscito fuori di corsa. E c'era questo ragazzino che urlava e che si teneva la mano sanguinante.
L'abbiamo soccorso: c'era chi cercava di chiamare un'ambulanza, eravamo abbastanza vicini all'ospedale. C'è chi mi ha dato una pezza e abbiamo cercato di bloccargli un po' l'emorragia.
E insomma: eravamo vicini all'ospedale, l'ho preso e l'ho accompagnato in ospedale io e l'amico che era con me (perché eravamo - proprio - a poche centinaia di metri).
E l'han portato dentro di corsa, quasi non han fatto medicazione: praticamente - viste le condizioni - avevano cominciato a medicarlo, ma han detto "va bene, intanto chiamiamo il chirurgo". E io son rimasto fuori, ho fatto il verbale alla polizia che avevo portato questo ragazzino (di dodici anni, che non conoscevo nemmeno, praticamente).
Nel frattempo sono arrivati gli amichetti, sono arrivati i genitori, sono arrivati i genitori di questo ragazzo. Sono rimasto in ospedale per sentire come procedevano le cose: il ragazzino è entrato in sala operatoria dopo meno di un'ora, forse. Comunque ci han confermato che ha perso tre dita (due dita e buona parte di un terzo dito) e sono rimasto particolarmente colpito proprio da questo discorso: sono le notizie che senti al telegiornale, che succedono «agli altri», non ti succede a te di vedere un ragazzino di dodici anni che si fa saltare via le dita con un petardo; poi vedi che - invece - queste non sono solo notizie che senti al telegiornale, ma cose a cui assisti in prima persona. E sono cose che ti segnano dentro, terribilmente: io - sino a quel momento - cercavo di viverla con calma, con "Ok: c'è una persona che si è fatta male, l'abbiamo soccorsa" e sentire che quel ragazzino di dodici anni aveva perso tre dita... sono quelle cose, sono rimasto sotto shock. Sono tornato a casa e... è stato un capodanno con toni minori: non mi sono sentito bene, sinceramente è stato qualcosa che mi porto ancora adesso nel cuore, mi porto nelle orecchie quell'urlo straziante che ho sentito: è una cosa che - come ripeto - mi ha cambiato moltissimo sotto vari punti di vista, anche nel mio modo di vivere e gestire le emergenze, questo sicuramente.

Questi sono stati i miei tre capodanni più particolari, adesso - per quest'anno - quello che ci aspetta è semplicemente un capodanno in casa, in sano relax in compagnia di mia madre, anche perché lavorerò la mezza giornata del 31 dicembre, per cui il pomeriggio e la sera semplicemente mi riposerò, guarderò un po' di arretrati YouTube, guarderò un po' di serie TV arretrate, perché ho un po' di spazio e un po' di tempo che non devo ritagliarmi e quindi passerò un capodanno di puro relax, che è quello di cui ho bisogno sinceramente.
E voi invece? Che programmi avete per il capodanno? Oppure - se è già passato il capodanno - che cosa avete fatto per questo capodanno? Vi siete divertiti? Siete andati in piazza? Siete stati con gli amici? Siete stati con i familiari? Parliamone! Nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Naturalmente questo vlog rimane sul canale, quindi se lo state guardando a ferragosto, potete raccontarmi quello che avete fatto a ferragosto, o comunque quello che avete fatto a capodanno... otto mesi fa! Che ci vuole? Sempre nei commenti qua sotto.
Va bene, io direi che ho concluso: sono Grizzly, lui è Kent, di nuovo vi auguriamo di passare un capodanno piacevole, divertitevi, fate un po' quello che vi piace, raccontateci un po' come passerete questo capodanno, oppure (se è il primo gennaio) come avete passato questo capodanno.
Per il momento se con i miei aneddoti sono riuscito a intrattenervi, a farvi conoscere tre film interessanti (o a farvi cambiare idea sui botti di capodanno) vi ricordo di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici, anche su Whatsapp o Telegram.
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto, che per il 2018 ha anche un nuovissimo aroma, ancora più gradevole!
Inoltre se seguite anche il mio canale Telegram (che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda) riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine se c'è un argomento che vi piacerebbe io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Io sono Grizzly e ho concluso, per cui - come sempre - grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

giovedì 28 dicembre 2017

VLOG 196: Immagini gratuite e Pixabay

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Questo vlog è stato realizzato in accordo con il team di Pixabay, ma non è sponsorizzato né sostenuto economicamente dalla piattaforma stessa. Le informazioni contenute in questo video potrebbero cambiare senza preavviso.
Benvenuti...
... a bordo...
... viaggiatori...
... sono Grizzly...
... e questo è...
... Diario...
... di viaggio...
... on the road.
Quanto mi divertirò a montare questo video! Intanto cominciamo.
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Se mi seguite, sapete già che - di solito - cerco di presentare un canale YouTube che ho trovato interessante.
Oggi voglio fare un lavoro leggermente diverso, e voglio presentarvi - invece - una *risorsa* che ho trovato molto interessante, da utilizzarsi con YouTube e non solo.
Quando ho iniziato a realizzare #OperazioneNostalgia, volevo fare qualcosa che si discostasse leggermente da #DdVotr, quindi ho messo la musica, ho fatto un montaggio molto più "serrato" e, soprattutto, ho cominciato a inserire moltissime sovraimpressioni: un modo per accompagnare simpaticamente la narrazione, ma anche un modo di *spezzare* la narrazione in maniera particolarmente ironica.
Ora, mi serviva una soluzione per riuscire a trovare molte immagini da poter mettere in sovraimpressione nei video YouTube. Come ben sapete, io sono un sostenitore del Pubblico Dominio, delle licenze Creative Commons, quindi ci tenevo a trovare qualcosa che fosse liberamente utilizzabile proprio per questo scopo (per i miei lavori multimediali).
La mia principale risorsa per cercare immagini, in fondo, era sempre stata Google Immagini; aprivo Google Immagini, però mettevo negli strumenti di ricerca "Contrassegnate per essere riutilizzate con modifiche": mi dava delle immagini (e delle clipart) che comunque sono rilasciate con una licenza specifica.
Quando attivo questa funzione su Google Immagini e faccio una ricerca, moltissimi risultati mi vengono fuori soprattutto dalla Wikipedia, ma ancor di più da un sito, che è il sito Pixabay, ed è il sito di cui voglio parlarvi oggi, perché l'anno scorso - incuriosito dal fatto che trovassi tantissima roba su Pixabay - mi sono iscritto a questo sito: l'iscrizione è gratuita, ed è molto molto interessante.
Pixabay cos'è? Pixabay è, in fondo, una via di mezzo tra due cose.
Da una parte infatti Pixabay è un aggregatore per immagini di pubblico dominio: è possibile ricercare immagini di pubblico dominio di ogni genere di argomento, e riuscire - comunque - a trovare (veramente!) sempre qualcosa... ma non solo! Perché Pixabay è anche una specie di social basato sulle immagini.
Infatti su Pixabay sono attivi oltre 30mila fotografi,  (chiamiamoli «creator») che pubblicano i loro lavori sul sito Pixabay, e li mettono a disposizione della comunità con la licenza "CC0" (Creative Commons Zero), che è una licenza di pubblico dominio.
E la cosa interessante è - appunto - non solo che su Pixabay è possibile trovare tantissime immagini: in questo momento, che sto girando questo video, sul loro sito ci sono oltre un milione di immagini, che sono rilasciate con licenza di pubblico dominio, e addirittura in un'area del sito è possibile trovare anche brevi clip video che possono essere utilizzate in pubblico dominio.
Ma la cosa interessante è proprio la struttura sociale del sito: voi potete trovate un creator che vi piace: vi piacciono i lavori che fa, vi piace il suo lavoro in ambito di grafica vettoriale, oppure - magari, non so - vi piace il suo cane che continua a fotografare!
E allora potete decidere di *seguire* un creator, e quindi di ricevere una notifica ogni volta che pubblica una nuova fotografia.
Inoltre è possibile condividere le fotografie sugli altri social; è possibile fare pollice-in-alto su una fotografia che avete trovato interessante; è possibile *commentare* una fotografia che avete trovato interessante, o per fare un'osservazione al creator.
E non solo, perché è possibile anche mettere un'immagine nella propria area "preferita": è molto utile questa funzione, io la uso, per esempio, quando sto cercando delle immagini da mettere in sovraimpressione su un video e ne trovo una che - magari - nel video che sto facendo non ci starebbe bene, però che mi attira l'attenzione, so che potrei riutilizzarla in un video, parlando di un altro argomento, allora me la metto tra i preferiti, così quando realizzerò un video parlando di quell'argomento la trovo subito, senza doverla andare a cercare: "Aspetta: l'avevo trovata cercando CHE COSA?"; invece no: è lì, tra i preferiti, e mi ricorda subito quello che ho visto.
Inoltre su Pixabay, se apprezzate un creator per il lavoro che fa, potete anche «offrirgli un caffè» facendogli una piccola donazione su PayPal.
Volendo diventare creativi, volendo diventare creator su Pixabay, non ci sono grosse cose particolari: bisogna avere quantomeno una macchina fotografica, e bisogna seguire le linee guida che si utilizzano per pubblicare delle immagini. Le linee guida sono molto semplici, riguardano la tipologia di immagini che sono accettate sulla piattaforma, riguardano come devono essere queste immagini (quindi che non ci devono essere, magari, artefatti dovuti alla compressione, colori sfalsati - a meno che non sia qualcosa di ricercatamente artistico): vi lascio comunque tutte le informazioni sul doobly-doo di questo video, compreso il sito.
Come ripeto l'iscrizione al sito è gratuita, e il sito non offre servizi a pagamento aggiuntivi: il sito è gratuito, non si paga nulla, non si paga un abbonamento. Se volete fare una donazione via PayPal a un creator, potete fare la donazione via PayPal, ma se non la volete fare, nessuno vi obbliga a farla, naturalmente!
E Pixabay si sostiene grazie alla pubblicità; per questo motivo se utilizzate AdBlock vi invito a essere onesti e a *disattivare* AdBlock sulla piattaforma di Pixabay: la pubblicità di Pixabay non è invasiva, non è fastidiosa, è molto leggera ed è molto pertinente.
Prima di tutto perché quando voi fate una ricerca, troverete (tra i risultati di ricerca) innanzi tutto una riga gialla con i risultati di quella ricerca sul sito di Shutterstock. Shutterstock è un partner commerciale di Pixabay, con licenze a pagamento (con specifiche licenze a pagamento e con specifici abbonamenti): se non trovate quello che state cercando su Pixabay, ma lo riuscite a trovare su Shutterstock, potete sempre decidere di andare su Shutterstock e fare l'abbonamento (o acquistare la licenza di una singola immagine).
Ma al di là di questo, un'altra cosa molto interessante di Pixabay è questa: se non riuscite a trovare quello che state cercando, di volta in volta (a seconda della partnership che stringe Pixabay) trovate, in fondo alla pagina di ricerca, la possibilità di provare la ricerca su un sito commerciale con un'«offerta di ingresso»; ci sono delle situazioni nelle quali - per esempio - danno la possibilità di avere (magari) una settimana di accesso gratuito a un sito di immagini professionali per questo scopo (quindi magari avere la possibilità di accedere con un abbonamento gratuito di una settimana), oppure di accedere a un sito e di avere la possibilità di scaricare - magari - le prime quattro o cinque immagini gratuitamente e senza limitazioni, per poter vedere qual è il servizio offerto dal sito a pagamento.
Mentre tutto quello che rimane su Pixabay è sempre gratuito, è sempre utilizzabile con una licenza di pubblico dominio; tutto ciò che cercate viene cercato in base ai tag delle immagini che sono state pubblicate, quindi anche quando pubblicate delle immagini, sceglierete una categoria (o più categorie) a cui si riferisce l'immagine, e metterete dei tag sull'immagine, dei tag che siano *pertinenti* con il contenuto dell'immagine, ovviamente: se fotografate un albero, ci potrete mettere il tag "albero", il tag "natura", non ci mettete il tag "gatto", magari!
E la cosa interessante è che il sito è un sito internazionale e che, anche se voi caricate fotografie con dei tag in italiano, se io faccio una foto di una facciata con due finestre, per esempio, e quindi metterò il tag "finestre", se una persona di lingua inglese cercherà - magari - il termine "windows", tra le varie foto di finestre, troverà anche la mia foto, perché il sistema traduce automaticamente anche quel tag.
Se una persona di lingua spagnola cercherà "ventanas", di nuovo: magari salterà fuori anche la mia immagine, perché viene sempre tradotto il tag.
Quindi questa è una cosa molto utile, perché è possibile pubblicare delle fotografie in una categoria e con dei tag, senza preoccuparsi di mettere anche i tag in altre lingue.
Il sistema di ricerca funziona in maniera più che discreta, e inoltre è possibile ricercare immagini in base al colore primario (o in base all'eventuale trasparenza), è possibile cercare immagini che siano delle fotografie, o che siano - magari - delle immagini di grafica vettoriale, o che siano dei disegni.
È possibile utilizzare il filtro SafeSearch; naturalmente non ci sono immagini pornografiche o esplicite sulla piattaforma di Pixabay, però ci possono essere delle immagini che hanno un contenuto considerato «sensibile»: magari c'è del sangue, magari c'è un'immagine molto particolare, e quindi è possibile *comunque* attivare il filtro SafeSearch e ottenere una ricerca più "tranquilla" e più funzionale.
Insomma, io ho scoperto Pixabay alla fine del 2016 e me ne sono *innamorato*: lo uso spessissimo, seguo alcuni creator, metto un pollice-in-alto (almeno ogni video che realizzo) nella foto che ho trovato "la più divertente da utilizzare in sovraimpressione" e lo utilizzo veramente tantissimo.
È disponibile anche l'App di Pixabay, che è una cosa molto simpatica per cercare delle immagini al volo sul telefonino, da condividere con gli amici (magari su Whatsapp, su Telegram o roba di questo genere). Quindi se non conoscete Pixabay, andate: trovate il link in descrizione.
Iscrivetevi: è gratuito, e vi si aprirà un mondo! Inoltre, se siete appassionati di fotografia, o se siete appassionati di grafica vettoriale e volete condividere alcuni dei vostri lavori con tutto il mondo, perché non pensate di caricarli su Pixabay? Può essere un'interessante opportunità e Pixabay può anche essere una molto interessante vetrina.
Insomma ragazzi, questo è Pixabay: lo conoscevate già? Non lo conoscevate già? Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Sono riuscito a farvi conoscere una risorsa interessante, oppure ho fatto pubblicità a una risorsa che utlizzavate già? Se lo apprezzate, ricordatevi di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici, anche su Whatsapp o Telegram (magari ai vostri amici youtuber che stanno cercando un sito da cui prendere immagini da utilizzare nei loro video youtube, o da utilizzare nei loro prodotti multimediali, nella loro tesi di laurea: sono immagini di pubblico dominio, possono essere utilizzate anche per questo genere di cose!
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto.
E sì: anche il profumo di nuovo iscritto è in pubblico dominio.
Vi ricordo inoltre di seguirmi sul mio canale Telegram (lo trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda): in questo modo riuscirete a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine se c'è un argomento che vi piacerebbe io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Io sono Grizzly e ho concluso, per cui come sempre grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 24 dicembre 2017

VLOG speciale: Katherine (natale 2017)

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Se solo si potesse osservare la gente, dentro, si scoprirebbero tante cose, tantissime cose che non sempre traspaiono fuori.
All’esterno c’è un mondo, ma all’interno tantissimi altri fanno la loro apparizione; chissà quante altre cose sono nascoste dietro una corteccia esterna, e chissà quanti sono realmente in grado di vederle, di sentirle, di accorgersene.

Vigilia di natale, una gelida sera di pioggia. Erano quasi le undici.
Nel mondo esistono tante cose, tanti oggetti, tante persone, tanti sentimenti, esiste il caldo, esiste il freddo; esiste il buio, esiste la luce.
Seduto di fronte alla scrivania, la osservavo. Sorridevo, e lei sapeva che sorridevo, e sorrideva anche lei.
La sua camera da letto poteva sembrare scarna, ma invece era molto ricca: candide pareti avvolgevano i suoi sogni, pochi mobili lasciavano trovarsi nel momento del bisogno, con i loro angoli arrotondati raddolcivano la loro esistenza; una oscura scrivania in stile da ufficio, di legno con un disegno di metà anni ‘50 si stagliava maestosa in mezzo a quell’opprimente e seducente pallore.
Quello era il suo rifugio, il suo piccolo mondo sicuro, lontano dal pericoloso e sconosciuto mondo esterno.
Il suo rifugio, più vicino al suo cuore.
Dolci capelli dorati si sparpagliavano sul cuscino, il suo viso illuminato dal lampadario assumeva una radiosità simile a quella della luna. Mi piaceva, molto.
I suoi bellissimi occhi azzurri si nascondevano debolmente nella penombra delle lenti scure degli occhiali, occhiali che si armonizzavano perfettamente sul suo viso, quasi come una naturale continuazione di esso.
La conoscevo da due anni, ormai.
Forse non sono mai stato una persona dolce, e nemmeno lei, o forse siamo sempre stati tutti e due molto speciali, ma di certo eravamo (e siamo tuttora) molto simili.
La sua infanzia non le aveva concesso molto, e purtroppo la sua famiglia, dopo l’incidente ormai più di vent’anni fa… beh: non possiamo dire che abbia cercato di fare il possibile per migliorare qualcosa. È arrivata ai 25 anni praticamente da sola, e la ammiro per questo, ma l’amore è un sentimento complicato: io ascoltavo i suoi sogni, la proteggevo dalle sue paure e le parlavo delle mie, e per quanto di solito mi senta a disagio a rendermi tenero e malleabile, con lei mi riusciva benissimo, come se fosse naturale comportarsi con lei così e con gli altri in qualche altro modo.
Moses, il mio gatto (un magnifico persiano nero), non si era mai avvicinato a nessuno; persino fra me e lui c’era un rapporto di amicizia molto particolare, e quando portai Kat a casa, fu la prima volta che lo vidi avvicinarsi spontaneamente ad una persona e farsi accarezzare.
Gli animali sono molto più intelligenti dell’uomo, sicuramente.
E a lei era piaciuto molto, accarezzare Moses. Aveva conosciuto un sentimento nuovo, un qualcosa che prima non aveva forse mai provato, qualcosa che le piaceva molto, anche se forse lo temeva.
Avevo notato una cosa, più di una volta, a cui non avevo dato un alto valore, anche se mi lasciava una strana sensazione di vuoto: c’era qualcosa che mancava nel suo “rifugio”. Eppure ho sempre tralasciato.
Come ho fatto ad essere così stupido?
Il contatto degli oggetti è molto importante, il tatto è il senso con cui si prende il mondo in mano, e lo si rigira di qua e di là per decidere quale parte si vuole usare.
Distesa sul letto, accarezzava l’orsacchiotto che le avevo appena regalato. Era la prima volta che riceveva un peluche in regalo.
Quella strana sensazione che mancasse qualcosa nel suo rifugio ora non mi perseguitava più… avevo iniziato a rendermi conto che forse ne aveva veramente bisogno quando avevo visto il suo sorriso mentre accarezzava Moses, o già quando lei teneva la mano sinistra ferma e Moses gli passava sotto accarezzandosi da solo, come fanno molti gatti (ma mai Moses).
Improvvisamente lo scatolotto nero sulla scrivania (mi ricordava una sorta di cellulare) si mise a suonare, un fischio roco e continuo, come un tono di occupato al telefono. Lei quasi non si scompose: «Premi il tasto in alto a destra… quel maledetto affare sono mesi che devo farlo riparare: molto meglio il mio piccolo Rym»
“Piccolo” era difficile da considerarsi: Rym, il suo magnifico labrador nero come la pece. Passava buona parte del tempo a riposare in giardino o ad annusare per svariati minuti gli ospiti; un cane che ben raramente avevo sentito abbaiare dietro alle farfalle o ai passanti.
Ho sempre fatto spettacolo con il contenuto delle mie tasche, alché trovare un cacciavite non fu difficile: «Se vuoi gli posso dare un’occhiatina: ho dietro qualche attrezzo.»
Una volta avevo visto Rym e Moses annusarsi a vicenda. Moses non aveva mai visto un cane, e Rym non aveva mai visto un gatto, ed infatti avevano fatto amicizia quasi subito.
Lo ripeto: gli animali sono molto più intelligenti dell’uomo.
«Questo è bianco?» mi chiese, alludendo all’orsetto.
Ero intento ad osservare il complicato intreccio di fili e circuiti del beeper, ma alzai lo sguardo verso di lei: «Sì.»
Bianco, talvolta bianco fluttuante come le nuvole. Forse uno dei concetti più difficili di questo mondo. Eppure il bianco fluttuante delle nuvole lo conosceva…
«È morbido... caldo. È forse questo il valore del bianco?»
«Moses è nero, ed è caldo, morbido. Le pareti della tua cameretta sono fredde e dure… eppure sono bianche. Bianco e nero sono dei colori speciali, e troppo difficili, anche per me.»
Aveva imparato quasi tutti i colori, persino il grigio delle nubi prima e durante il temporale, ma ancora non ero riuscito a farle comprendere la differenza fra il bianco ed il nero. Ma io conoscevo la differenza fra il bianco e il nero? La ho mai saputa? Qualcuno conosce veramente la differenza fra il bianco e il nero?
Finalmente mi districai nel groviglio dello scatolotto, e sbottai: «Ok, ci sono riuscito: per un bel po’ la pianterà di suonare la sveglia nei momenti meno opportuni, però cerca di starci attenta e non usarlo come pallina da far rimbalzare in terra.» Lei sbottò in una risata soffocata, e io richiudendo quell’ammenicolo continuai: «Ora è tardi, sarebbe ora di andare a dormire…»
Forse bianco e nero non hanno a che vedere con calore e morbidezza…
Si alzò leggermente sulla schiena: «Si, decisamente: ho sonno.» s’interruppe sbadigliando pigramente. «Comunque domani possiamo stare anche un po’ di più a letto, quindi se vuoi possiamo anche continuare a parlare. O fare qualcos’altro… Anzi: cosa hai deciso per capodanno?»
«Mah… È stata una giornata pesante, per cui preferisco trascinarmi a casa e concludere questa giornata trascorsa correndo a destra e a manca…»
Mi avvicinai al letto per salutarla e lei, alzando l’orsetto, disse: «Sì, ok, ma… lui dove posso lasciarlo? Sul comodino?»
Una volta mi disse di aver paura del buio.
Tornato a casa, avevo trascorso almeno due ore piangendo.
«Perché non lo tieni? Ti farà compagnia…»
Abbiamo una passione in comune: la musica di Oldfield, che riesce a farla sognare, persino se si trova in mezzo alla strada, in una stazione della metropolitana o nella confusione del mercato.
Mise gli occhiali sul comodino, poi – con un’espressione serafica – si spostò più indietro verso le coperte, cingendo l’orsetto col braccio destro. Mi ispirava un gran tenerezza in quel momento; le presi la mano sinistra e mi avvicinai, baciandola delicatamente sulle labbra.
Ogni tanto (specie nei primi tempi che ci conoscevamo) mi aveva stupito: appena entravo in casa, mi salutava prima ancora che potessi aprire bocca e, se ero con un amico, mi chiedeva subito: «Chi c’è con te?»
Avevano cercato di insegnarle il linguaggio della danza, ma non ci erano riusciti; in compenso io ero riuscito a farle capire il linguaggio della musica.
E aveva imparato la danza, o piuttosto il mimo, o una specie di via di mezzo; aveva dato una sua interpretazione al senso della musica. Forse a qualcuno non piaceva, poteva sembrare quasi ridicolo, ma a me piaceva molto, e anche a lei, soprattutto a lei.
Una cosa in particolare mi legava intensamente a lei: mi faceva sognare, ma non nel senso comune del sogno, del susseguirsi di immagini, suoni… No. Non era la “sensazione” del sogno, era più il “sentimento” del sogno: mi sentivo un sognatore.
Non so come spiegarlo, una sensazione magnifica, ma allo stesso tempo violenta, come la spinta che ti attacca al sedile quando l’aereo decolla.
Il bianco. Ed il nero.
Non sono sicuro di aver capito esattamente come lei si sentisse quando stava con me, ma ho notato che era quasi sempre in grado di capire i miei sentimenti, il mio stato d’animo. Mentre andavo verso la porta e spegnevo la luce, ero preoccupato, perché temevo che potesse capire quello che cercavo in tutti i modi di evitare, che ho sempre cercato di evitare.
Lo giuro: ho sempre tentato di non pensarci nemmeno, tutte le volte che mi veniva lontanamente in mente, ripensavo a quando mi aveva detto di aver paura del buio, e la mia mente si bloccava di colpo, come un sasso che cade nel catrame.
Ma quella volta non mi riuscì di nascondere le mie preoccupazioni, e lei subito sbottò: «Cosa succede? Perché sei così teso?".
Mi avvicinai al letto e, cercando quasi disperatamente di mascherare la mia preoccupazione, osservai: «Niente, stavo ripensando al bianco ed al nero: è un concetto molto difficile da capire…»
Ma lei mi interruppe, stese il braccio in avanti (e io subito mi feci afferrare la mano, che strinse fermamente) e si alzò sulla schiena: «Io ho capito, invece, e da molto tempo. Ho capito anche che non volevi dirmelo chiaramente, ma stai tranquillo, perché è naturale.»
«No, io non volevo che…»
Lei continuò, imperterrita, praticamente senza ascoltarmi: «Il bianco è la compagnia che vedi intorno a te, mentre il nero è la mia profonda solitudine, la sola cosa che – dopo l’incidente – vedo intorno a me. La solitudine e il buio di cui ho paura. Anche in questo momento…»
Stava piangendo.
E anche io.
La abbracciai, forte.
La amavo.
La amo.

domenica 17 dicembre 2017

VLOG 195: Io e Bill Gates

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly, lui è Kent (entrambi vi diciamo "Buone feste!") e...
... sapevate che io e Bill Gates abbiamo qualcosa in comune? Ve lo dico dopo la sigla!
[♪♫♪]
William Henry Gates III, per gli amici Bill Gates, fondatore di Microsoft (nonché suo presidente onorario), pensa un po': non solo io e lui condividiamo la passione per l'informatica, ma addirittura io e lui abbiamo un canale YouTube (Ok: il suo *forse* un tantinello più "conosciuto" del mio), e tutti e due abbiamo fatto - per esempio - la Ice-Bucket-Challenge. Anzi: vi lascio la sua linkata sul doobly-doo e sulla scheda, se non avete visto quel video che è molto divertente, perché mostra un po' anche la grande ironia con cui Bill Gates riesce a prendersi in giro da solo.
Ma non è solo una questione d'ironia: oggi vi voglio parlare di BIll Gates proprio per qualcosa di molto particolare che lo riguarda.
Bill Gates è una delle persone più ricche del mondo, eppure è una persona estremamente impegnata nell'ambito sociale, e già da molto tempo. Lui e la moglie hanno creato una fondazione, la "Bill & Melinda Gates Foundation"; con questa fondazione hanno sostenuto e sostengono progetti di ricerca mirati alla soluzione dei problemi di salute nel mondo, mirati alla soluzione dei problemi di igiene nel mondo, mirati alla produzione di energia in maniera pulita e sostenibile, mirati alla diffusione della cultura e alla scolarizzazione (a quella che si chiama - in inglese - la «education»), ed è tantissima roba tutta quanta da una sola persona. Ma bisogna conoscere Bill Gates per poter apprezzare tutto quello che fa e il modo in cui si sa mettere in gioco.
Ecco che - per farvi capire un po' di che cosa stiamo parlando - comincerò innanzi tutto col segnalarvi il canale YouTube di Bill Gates sul doobly-doo e sulla scheda: andate se non lo sapevate già che c'era questo canale, il canale una volta si chiamava "The Gates Notes" (come il blog di Bill Gates), adesso si chiama - semplicemente - "Bill Gates" (e non ha ancora - ad oggi che sto girando - la "spunta di verifica": congratulazioni YouTube, dai la spunta di verifica ai gamer e non la dai a BIll Gates in persona!).
Comunque! Voglio segnalarvi alcuni video, perché io seguo il blog The Gates Notes da molto tempo, e il fatto che segua anche il canale YouTube di BIll Gates... devo dire che non è un canale in cui vengono pubblicati video giornalmente, dove vengono pubblicati dei video molto particolari o dei video che potrebbero "andare nelle tendenze", però ogni volta vengono pubblicati dei video che - soprattutto - lasciano pensare, moltissimo; dei video in cui si mostrano dei progetti o delle situazioni, ma soprattutto che lasciano *pensare*, che fanno *riflettere*, che è lo scopo della fondazione Bill & Melinda Gates Foundation: non solo di sostenere dei piani e dei progetti di ricerca, ma anche di far riflettere su qual è la situazione nel mondo, perché è facile dire "Sì: c'è povertà. Sì: c'è fame. Sì: ci sono problemi d'igiene", il difficile è «toccare con mano» quali sono questi problemi e cominciare a mettersi in gioco per cercare delle soluzioni.
Bill Gates si è messo in gioco nell'Ice-Bucket-Challenge per parlare della SLA, per parlare della malattia, e Bill Gates si è messo in gioco tante volte per tante cose.
Ora, un altro video che vi voglio segnalare, del canale YouTube di Bill Gates, è un altro video che diventò virale (come quello del suo Ice-Bucket-Challenge), diventò virale in fondo per il gesto: il gesto di bere un bicchiere d'acqua che viene da un circuito che ha elaborato acqua di fogna.
Ma l'interessante non è - naturalmente - solo il gesto di aprire il rubinetto e bere dell'acqua che viene fuori da un multiprocessore per rifiuti fognari, è il multiprocessore per rifiuti fognari!
È questo circuito *pazzesco*, cominciamo, il Janicki OmniProcessor: vi lascio il video linkato sul doobly-doo e sulla scheda. Stiamo parlando di uno strumento molto compatto (che può essere - quindi - "portato" nei paesi in via di sviluppo), può essere acquistato dagli imprenditori locali a un costo molto basso, ma soprattutto per quale scopo uno dovrebbe comprare quest'affare?
Questo circuito, questo "multiprocessore" è un sistema che permette a un imprenditore di guardagnare in più modi: innanzi tutto, una volta acquistato (una volta fatto l'investimento per acquistarlo), cosa si fa?
Si riceve quello che è lo scarico fognario, quello che è il... la «fanghiglia fognaria», quella che viene fuori - non so - dalle fosse biologiche (dalle fosse Imhoff); e riceve in ingresso questi materiali di scarto, quindi - innanzi tutto - l'imprenditore può venire pagato per permettere di scaricare questo materiale all'interno del multiprocessore.
Il materiale entra nel multiprocessore, viene trattato termicamente; la prima cosa che avviene a livello di trattamento termico è quello di essiccare il materiale, raccogliendo l'acqua. L'acqua viene raccolta sotto forma di vapore, il vapore viene utilizzato per far muovere delle turbine che producono corrente elettrica, la corrente elettrica prodotta da queste turbine serve a sostenere il multiprocessore, e il... la corrente elettrica "aggiuntiva" che non serve a sostenere il multiprocessore è corrente elettrica che può essere "venduta" all'esterno, e quindi ecco un'altra forma di guadagno: non solo il guadagno perché ci si fa scaricare l'acqua di fogna, ma si rivende corrente elettrica.
Il vapore, quando ha finito il suo ciclo viene microfiltrato e diventa acqua purificata, che può essere bevuta (quindi acqua potabile), che può essere inclusa anche questa nel circuito dell'acquedotto: ecco un'altra forma di guadagno.
E infine il materiale essiccato viene inserito in un'opportuna fornace e viene bruciato. Bruciando questo materiale fortemente essiccato si ottiene il calore che serve a produrre il vapore e a portare avanti la situazione, e quello che si ottiene in uscita è della cenere inerte.
Questa cenere inerte può essere utilizzata come fertilizzante (perché è molto ricca di composti azotati e di metalli), oppure può essere utilizzata nell'ambito edilizio, nell'ambito delle costruzioni, quindi anche questa cenere non è più uno «scarto», ma diventa anche un'altra cosa che può essere venduta.
Ecco che l'imprenditore che fa l'investimento di acquistare questo multiprocessore, si ritrova per le mani un apparecchio che gli permette di guadagnare quando riceve lo scarico fognario che va all'ingresso, con la produzione di acqua potabile, gli permette di guadagnare con la produzione di energia elettrica e gli permette di guadagnare con la produzione di cenere.
E soprattutto, al di là del discorso di avere la possibilità di guadagnare, che cosa otteniamo positivamente? Di recuperare scarichi fognari che - altrimenti - andrebbero a finire chissà dove, andrebbero a finire nell'acqua, a contaminare l'acqua.
Otteniamo dell'acqua pulita, dell'acqua *sicura da bere*; otteniamo delle ceneri, quindi otteniamo delle strutture inerti, e non qualcosa con un'alta carica batterica e che può essere rischio d'infezioni. Ecco un progetto molto molto interessante!
Ci sono tantissimi di questi progetti che sono stati sostenuti (e vengono sostenuti tutt'ora) dalla Bill & Melinda Gates Foundation, progetti per quanto concerne - appunto - il funzionamento dei sistemi fognari: ci sono luoghi dove non c'è un facile accesso a un sistema fognario. Non dimentichiamolo, perché non è un semplice detto, non è una semplice frase messa lì in un meme, è una frase molto importante: "Ci sono persone, nel mondo, che hanno più facilmente accesso a un telefonino cellulare che a un gabinetto funzionante".
Ed è qualcosa di *allucinante*: noi lo diamo per scontato. Io - in casa mia - ho addirittura DUE BAGNI, ho due gabinetti funzionanti. Ci sono persone che hanno un solo gabinetto per tutto il villaggio, quindi è qualcosa di veramente incredibile a pensarci seriamente, non a soffermarsi a dire "sì sì, certo: è una cosa importante", ma soffermandosi a *riflettere*, che è quello che ci invita a fare Bill Gates: questo è qualcosa di veramente allucinante!
E arriviamo al discorso delle malattie, lo facciamo con un video un po' ironico, che vuole richiamare l'attenzione su questa situazione: "Sapere pronunciare i nomi di queste malattie?", video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda. Ci sono delle malattie tropicali anche dimenticate dal «mondo occidentale», da nomi terrificanti, nomi veramente impronunciabili sotto molte cose... sono nomi in inglese, ma in italiano non è che cambia molto.
Ma il fatto che siano cose difficili da pronunciare non toglie che sono - soprattutto - cose difficili da eradicare.
E bisogna tenere a mente che ci sono queste malattie, che bisogna combattere e trovare modi di risolvere i problemi di queste malattie, e trovare il modo di creare una maggiore conoscenza sull'esistenza di questi rischi, e su come evitare questi rischi.
Lui è Bill Gates, vi invito a dare un'occhiata al suo canale YouTube, vi invito anche a dare un'occhiata al blog "The Gates Notes": ne avevo già parlato - per esempio - quando Bill Gates fece la domanda "Secondo voi qual è l'animale più pericoloso al mondo?" e ci diceva "Ma io, all'inizio, pensando alla «pericolosità intrinseca» ho immaginato - non so - magari... sarà lo squalo, magari sarà il coccodrillo. Ma, se dobbiamo considerare la «pericolosità» in base al «numero di vittime umane che si registrano ogni anno per colpa di questo animale» allora la risposta lascia tutti interdetti per un attimo, perché non è lo squalo, non è il coccodrillo, non è chissà quale serpente velenoso: è la ZANZARA!"
E sembra un problema così piccolo, eppure è un problema così enorme! Di nuovo: qualcosa che lascia riflettere.
Bene ragazzi: io sono Grizzly, questa puntata di #DdVotr voleva essere dedicata alla figura di Bill Gates e al suo impegno per il sociale: spero di essere riuscito a farvi riflettere un po' anche io, se ci sono riuscito vi ricordo di fare pollice-in-alto, di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram).
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto.
Inoltre, se mi seguite anche sul canale Telegram (ve lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda) riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine: se c'è un argomento che vi piacerebbe io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto. Noi ci vediamo alla prossima, ciao a tutti!

domenica 10 dicembre 2017

VLOG 194: A sostegno di William Osman

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Benvenuti a bordo viaggiatori: io sono Grizzly, lui è Kent, la mia decorazione festiva (è tornata perché son tornate le feste).
Il video di oggi è molto particolare: dovevo parlarvi di un canale YouTube una di queste domeniche, e volevo farlo per la simpatia e la solarità del personaggio.
Ma ho deciso di farlo parlando SOLO del personaggio, per via di una cosa che è successa; quindi vi chiedo di guardare questo vlog sino alla fine, intanto cominciamo: sigla!
[♪♫♪]
Allora: io oggi voglio parlarvi di William Osman, un giovane ingegnere elettromeccanico che vive in California, a sud di Los Angeles, nella contea di Ventura.
Lui ha un canale YouTube che seguo da circa un anno, ha avuto una crescita veramente esponenziale (ho cominciato a seguirlo - appunto - l'anno scorso quando aveva ancora attorno ai quattromila iscritti, è arrivato a superare i 300mila iscritti); è molto bravo, è molto simpatico, è un «personaggio» un po' pazzerello, no?
Quello che fa è che ha un banco di taglio laser (anzi: *AVEVA* un banco di taglio laser, adesso ci arriviamo), utilizzava il banco di taglio laser per tagliare degli elementi, per realizzare dei progetti su misura, dei progetti completamente folli, ma perfettamente su misura.
Allora: prima di cominciare, innanzi tutto (appunto) lui è William Osman, vi lascio il link del suo canale sul doobly-doo e sulla scheda: andate e iscrivetevi, mostrate un po' di stima per questo ragazzo, perché ne merita veramente tantissima.
Voglio farvi capire un pochettino di cosa sto parlando con "progetti completamente fuori di testa fatti con il laser"; avrei voluto segnalarvi tre video molto simpatici e molto divertenti, però vi segnalerò due video. Il terzo video ve lo lascerò solo in descrizione (se volete dargli un'occhiata), ma è poi sull'ultimo video che concentreremo il nostro discorso.
Se avete visto il film di Wallace e Gromit, probabilmente ricorderete la scena in cui il cane preme un pulsante e - in questo modo - dal tostapane esce una fetta di pane tostata, mentre un cucchiaino gli lancia un po' di marmellata, che arriva perfettamente sulla fetta di pane, e la fetta di pane si «deposita» sul piatto: tutto perfetto, no?
E William ha detto "Bene: io voglio provare a costruire una macchina che faccia questa cosa. Mi lancia il pane - che esce dal tostapane - gli lancia contro della marmellata, e vediamo se riesco a ottenere lo stesso risultato.
Quindi innanzi tutto il primo video che vi segnalo è la "Macchina per la marmellata di Wallace e Gromit", ve lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata (è anche una interessante collaborazione questo video) e avrete un'idea di quali sono stati i progetti di William con il taglio laser, quali sono state le idee, che sembrano idee un po' pazzarelle: anche lui è un personaggio molto particolare, però che riesce a fare queste cose veramente simpaticissime.
Non vi faccio spoiler su qual è il risultato, comunque andate a dare un'occhiata al video, e passiamo velocemente al secondo video.
Il secondo video è un altro esperimento veramente molto molto interessante, parte da un presupposto: una domanda.
La domanda è: "È possibile utilizzare il laser per incidere della musica su un disco?"
L'esperimento sembra anche una cosa molto "campata in aria", però c'è molto studio alle spalle, ci sono molti esperimenti che vengono fatti lungo il percorso, e il risultato finale è sorprendente, quindi vi lascio anche questo secondo video "È possibile incidere musica su un disco con il laser?" sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata, è veramente molto divertente anche il modo di arrivare alla soluzione finale, e vi da un'idea della simpatia del personaggio, della simpatia di William...
Date un'occhiata un po' a tutti i suoi video, perché - ripeto - è una persona molto solare, una persona veramente simpatica, ha fatto questa serie di esperimenti pazzeschi... ultimamente in occasione del Giorno del Ringraziamento hanno fatto una sorta di barchetta che doveva lanciare il sugo per il tacchino con una pompetta, come se fosse una nave antincendio... una cosa divertentissima.
Tra le altre cose il terzo video che avrei voluto segnalarvi (ve lo lascio solo in descrizione) riguarda la «ricostruzione» del busto di Vin Diesel con dei toast (con delle fette di prosciutto e di formaggio), che è uno dei video più visti sul suo canale, e che avevo trovato molto simpatico anche questo.
Comunque - come ripeto - date un'occhiata un po' a tutto il suo canale, perché lui è una persona molto solare, molto simpatica.
E veniamo all'ultimo video, perché è il motivo per il quale sto realizzando questo video: l'altro giorno, mentre guardavo il feed delle mie iscrizioni sulla YouTube straniera, salta fuori questo video intitolato "My House Burned Down" ("La mia casa è stata completamente bruciata"), che ci si aspetta essere il «classico titolo clickbait» per attirare un po' l'attenzione: lui stesso ci dice - nel video - "Sì lo so: facciamo delle cose, ci si potrebbe immaginare che quello che è successo l'abbiamo provocato noi"
Invece no: è successa una cosa di una gravità inaudita: come vi dicevo William vive in California, nella contea di Ventura. Nei primi giorni di dicembre del 2017 un gravissimo incendio ha colpito tutta la zona sud della California (è stato soprannominato "Thomas Fire"), e questo incendio ha fatto moltissimi danni in moltissime aree, non solo in aree boschive ma anche in aree urbane.
Purtroppo quest'incendio ha colpito anche la contea di Ventura e lui, la moglie e il cane erano stati evacuati dalla zona in cui abitavano, e purtroppo la sua casa è rimasta coinvolta nell'incendio, ed è andata *COMPLETAMENTE DISTRUTTA*.
Ora c'è questo video, "My House Burned Down", che come vi dicevo l'ho trovato nel mio feed iscrizioni... lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda: vi invito ad andare e dargli un'occhiata, per vedere come... William ha cercato di volerla prendere anche a ridere, ma non ce l'ha fatta perché - comunque - vedere i propri progetti, vedere la propria vita, vedere tutto quanto distrutto è qualcosa che ti stringe veramente il cuore.
Lui ha lanciato una campagna GoFundMe per aiutarlo a ricostruire la casa, a ricostruire i suoi ricordi. Lui ha perso tutti i suoi ricordi, è riuscito a recuperare quelle quattro cose che è riuscito a mettere da parte quando li hanno evacuati, e ha PERSO TUTTO.
Ha perso non solo la strumentazione, non solo gli attrezzi, non solo il banco di taglio laser: ha perso la casa, ha perso i ricordi, ha perso le foto dell'università... ha perso TUTTO QUANTO.
Qualcosa - come ripeto - di veramente terribile, di difficilissimo da immaginare. La comunità di YouTube è venuta incontro a William con un grande cuore, perché - come dicevo - William ha lanciato una campagna GoFundMe e nelle prime 24 ore questa campagna è arrivata a oltre 90mila dollari di donazioni (adesso che sto girando questo video ha già superato i 150mila dollari), ed era una campagna che voleva arrivare a 10mila dollari.
L'assicurazione coprirà le spese per la ricostruzione della casa, questo sì, ma l'assicurazione coprirà solo le spese per la casa: quelli che sono tutti i ricordi, tutte le attrezzature, ma anche proprio le cose basilari come i vestiti e le suppellettili... è andato tutto: sono rimaste quelle quattro cose che hanno potuto prendere e portare via di corsa: adesso i ragazzi (sia lui e la moglie, e il gatto e il cane) sono in camper...
Ci tenevo a condividere questo video con voi, perché quando succedono queste cose grandi, queste cose gravi, quello che si fa è sempre pensare "Sì: povera gente, che peccato!", però si vive sempre questa cosa con una certa «distanza», mentre quando queste cose succedono a qualcuno che conosci, a qualcuno che ti è vicino... cominci a sentirti un po' più vicino, cominci a sentirti un po' più coinvolto.
Sinceramente non so come mi sentirei se un incendio distruggesse tutta la mia casa. Non credo che la prenderei come William, cercando - comunque - di sorriderci sopra.
È qualcosa di terribile: io, facendo protezione civile, essendo stato - per esempio - in Abruzzo nel 2009, ho visto come si sentiva chi ha perso tutto con un terremoto: è qualcosa di terribile anche solo da immaginare.
Io vi lascio in descrizione anche il link alla campagna GoFundMe: questo video rimarrà sul mio canale per... fondamentalmente per sempre: finché questo canale rimane, ma finché è attiva la campagna GoFundMe, lascerò il link in descrizione, se volete donare qualcosa; anche io ho donato qualcosa: quel minimo che - anche poco - come dicevo - può aiutare tantissimo. In tantissimi abbiamo donato poco, eppure siamo stati così tanti a donare, che siamo arrivati a una cifra molto importante, e quindi a un modo di dare un aiuto serio e concreto a William e alla moglie.
Bene ragazzi: io sono Grizzly, vi ringrazio per avermi ascoltato sino a questo momento, vi ricordo di andare sul canale di William, di iscrivervi al suo canale, di mostrare un po' di stima, un po' di amore per questo bravo ragazzo, e noi ci vediamo al prossimo vlog: ciao a tutti.

domenica 3 dicembre 2017

VLOG 193: Scatti telefonici (e TUT) #OperazioneNostalgia

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Benvenuti, viaggiatori: sono Grizzly e quest'affare (con queste quattro cifre) si chiama "Indicatore Telefonico Automatico di Conteggio", per gli amici "Contascatti".
Quest'affare veniva noleggiato dalla SIP (oppure poteva essere acquistato in determinate condizioni ma, dato il costo piuttosto proibitivo, di solito lo acquistavano gli alberghi, i Posti Telefonici Pubblici... le famiglie generalmente lo noleggiavano).
E questo strumento è stato un po' croce e delizia di molte famiglie italiane, soprattutto di quei giovani italiani che erano "fidanzati a distanza" in qualche modo, e che dovevano fare molta attenzione al traffico telefonico che veniva realizzato, perché la famiglia poteva tenere completamente sotto controllo il traffico telefonico.
Ora il funzionamento di quest'apparato è molto semplice: ogni volta che sulla linea telefonica arrivava un tono a 12kHz (della durata di circa 3 decimi di secondo) lui andava avanti di uno scatto.
Ora, perché funzionava in questo modo è l'argomento di oggi, ma prima una brevissima introduzione: la mia voce (che state sentendo attraverso il microfono della Legria Mini X) utilizza un ampio range di frequenze.
Quando si fa una conversazione telefonica (soprattutto in passato, quando si faceva una conversazione telefonica, la banda che veniva utilizzata era molto più stretta: si trasmettevano solo le frequenze che andavano all'incirca tra i 300 e i 3200 Hz.
Non è una banda molto ampia di frequenze, però è perfettamente comprensibile per la voce umana: giusto per capirsi...
{normale} -Quella che state sentendo - appunto - è la mia voce attraverso il microfono della Canon Legria Mini con tutte le frequenze aperte

{cupo e spento} -Questa - invece - è la mia voce che passa attraverso un filtro passa-banda che apre solo fra i 300 e i 3200 Hz (come si sentirebbe attraverso il telefono): come sentite è molto cupa, però è perfettamente comprensibile.
Quindi restringendo moltissimo questa banda, non solo era possibile inviare più conversazioni sullo stesso cavo telefonico utilizzando il sistema degli «scostamenti di banda», ma soprattutto era possibile inviare delle segnalazioni sul doppino telefonico, utilizzando finestre di frequenze che non erano utilizzate dalla voce.
In particolar modo il contascatti rilevava un tono a 12kHz che passava sulla linea telefonica e lo utilizzava per andare avanti di uno scatto.
E oggi più che del contascatti, voglio parlarvi della Tariffa Urbana a Tempo, e quindi degli "scatti telefonici", perché questo è Diario di Viaggio on the road Operazione Nostalgia!
[♪♫♪]

Lo sviluppo delle telecomunicazioni, l'avvento di Internet e - soprattutto - una sana concorrenza a livello mondiale hanno permesso di abbattere moltissimo i costi del traffico telefonico.
Per esempio io, dal mio ufficio, posso telefonare a tutti i numeri di rete fissa e mobile in Italia, tutti i numeri di rete fissa della Comunità Europea, Stati Uniti e Canada, senza dover pagare il traffico telefonico.
Naturalmente non è stato sempre così: una volta bisognava pagare il traffico telefonico, e bisognava pagarlo in base qual'era la destinazione della chiamata: se la chiamata era destinata a un altro numero all'interno della stessa città (nel cosidetto "ambito urbano") c'era un costo, se era destinata all'interno della stessa provincia c'era un altro costo, se era destinata fuori dalla provincia c'era ancora un altro costo e se - addirittura - era una chiamata che andava fuori dall'Italia, c'era ancora un altro costo.
Ora: come fare a determinare il costo di una telefonata? Beh, la cosa più ovvia è quella di misurare il tempo in cui dura questa telefonata, quindi per quanto tempo sono state occupate le infrastrutture di rete.
Ma questo non risponde alla domanda, perché la domanda rimane: come fare a misurare il tempo della durata di ogni SINGOLA telefonata?
Ora, quando c'erano i centralinisti, tutto quello che si faceva era chiedere al centralinista di registrare (su un registro) ogni volta che avveniva una telefonata.
Ma quando i centralinisti sono stati sostituiti - per avere una maggiore funzionalità - con i commutatori Strowger, come fare a capire chi stava telefonando a chi, per quanto tempo etc?
O si metteva una serie di contatori in base alla destinazione della chiamata PER OGNI UTENTE, oppure si utilizzava un ragionamento estremamente veloce ed affidabile: quello di determinare che - in base alla durata della telefonata - ogni tot secondi sarebbe stato conteggiato uno «scatto» dal costo fisso, e quindi - semplicemente - ogni utenza aveva il proprio contatore misuratore di servizio, in base alla destinazione della chiamata un circuito con un orologio avrebbe contato un determinato numero di secondi, e ogni volta che scadeva il determinato numero di secondi, avrebbe inviato un impulso sulla linea che avrebbe fatto portare avanti il contascatti di uno scatto.
Questo - naturalmente - funzionava dal lato della centrale: per ogni utenza c'era il proprio contascatti, per ogni destinazione c'era un orologio che doveva contare se era una destinazione urbana, interurbana etc. e - quindi - quello che succedeva era che, quando si avviava una telefonata, nel momento in cui la controparte rispondeva, partiva il primo scatto e si cominciava a far avviare questo orologio. Poi, se per esempio la chiamata era "urbana", questo orologio contava (all'epoca), a seconda dell'orario, sei minuti e quaranta secondi se la chiamata avveniva tra le 8:00 e le 18:30 dal lunedì al venerdì, o circa undici minuti (10:50 se non ricordo male) se avveniva dopo le 18:30, il sabato, la domenica o un giorno festivo.
Ogni volta che l'orologio arrivava alla scadenza indicata, partiva un altro scatto.
Ora, il sistema era abbastanza semplice ed efficiente, funzionava molto bene e quindi permetteva all'operatore di addebitare correttamente il costo delle telefonate agli utenti.
Ma naturalmente c'era la necessità - per alcune fasce di utenza - di poter tenere sotto controllo ugualmente le telefonate, per esempio per addebitare il costo delle telefonate ai propri clienti.
Pensiamo ad esempio - non so - a un albergo, però al fatto che non possa l'albergo aspettare, da una parte, che gli arrivi la bolletta dopo due mesi, per capire chi ha telefonato e quanto deve pagare; per questo motivo fu offerto il servizio del contascatti.
Il funzionamento era lo stesso, semplicemente un filtro passa-banda in centrale non faceva passare il tono che attivava il contascatti sino all'utenza finale, mentre veniva scavalcato il filtro passa banda, e quindi sulla conversazione telefonica non solo passava la voce delle persone (quindi nella fascia di banda dai 300 ai 3200 Hz circa), ma ogni volta che in centrale doveva essere "addebitato" uno scatto... cosa succedeva? Il filtro passa-banda in centrale non c'era, quindi il tono arrivava sino all'utenza.
Ora ovviamente l'utente non è che poteva parlare al telefono e, mentre parlava al telefono, gli arrivava questo beep a 12kHz, a 0dB: gli avrebbe sfondato un timpano!
Quindi che cosa succedeva? Il filtro passa-banda veniva tolto dalla centrale e veniva installato all'interno dell'indicatore di conteggio.
L'indicatore di conteggio veniva alimentato dalla linea telefonica stessa (ricordiamo che la linea telefonica è ANCHE una linea di tipo elettrico) e quello che faceva era - semplicemente - rimanere collegato "in serie" sulla conversazione: all'uscita dell'indicatore di conteggio c'era impostato il filtro passa-banda, quindi il tono a 12kHz non si sarebbe sentito. Durante la conversazione si sarebbe sentito - ogni volta che arrivava il tono di controllo del contascatti - un leggero "click" un [schiocca la lingua] che indicava che era arrivato il tono, e nel frattempo avanzava il contascatti di una posizione.
E quello che faceva il contascatti - fondamentalmente - era questo: restava in ascolto sulla linea telefonica, e ogni volta che arrivava un tono a 12kHz, eccitava un transistor e "avviava" il circuito che faceva portare avanti il contascatti di uno scatto.
In questo modo era anche molto semplice addebitare il costo per i "servizi aggiuntivi" come il teledrin o qualcos'altro: venivano inviati - magari - cinque impulsi per addebitare cinque scatti.
Non solo: questo meccanismo permettava di far funzionare correttamente le cabine del telefono: mano a mano che parlavi, ogni volta che doveva essere (tra virgolette) "mangiato" un gettone, ci si basava sul principio "ogni volta che c'è uno scatto telefonico, fai mandare giù un gettone".
Come fare a sapere quando c'è uno scatto telefonico? Dalla centrale invia l'impulso (alla cabina del telefono): "ogni volta che c'è questo scatto, tu sai che devi tirare giù un gettone. Se non ci sono più gettoni, interromperai la conversazione malamente!" [ride] cascava la linea: ma lo facevamo tutti quanti quando avevamo pochi gettoni, si parlava velocemente, e poi si continuava a parlare
{veloce} -Va bene, ci sentiamo: fra poco cadrà la linea, bla bla bla!
PACK! E cascava la linea. Quindi naturalmente il sistema ha funzionato moltissimo, ha funzionato per tutto il tempo in cui abbiamo avuto una tecnologia elettromeccanica per la gestione del traffico telefonico.
Con l'avvento dei computer abbiamo, in qualche modo, "reintrodotto" (tra virgolette) il centralinista che registrava i dati della conversazione, perché c'è un centralinista elettronico (che è il computer), che - per ogni singola telefonata - registra a che ora è cominciata, a che ora è finita, quanto è durata, qual è stata la destinazione... e quindi non c'è più bisogno di utilizzare gli scatti telefonici, perché abbiamo la possibilità di addebitare le telefonate sui secondi effettivi in cui sono andate a durare, e abbiamo la possibilità di fare tutta una serie di controlli molto più importanti, soprattutto abbiamo la possibilità - se siamo un albergo (o se siamo un Posto Telefonico Pubblico) di addebitare il costo della telefonata all'utente che ha effettuato la telefonata, esattamente al centesimo.
Ed ecco che le cose sono cambiate tantissimo: adesso abbiamo pacchetti di minuti inclusi, se non abbiamo direttamente il costo completamente integrato, senza bisogno di pagare altro traffico.
Il primo importante sistema di tariffazione a scatti telefonici della SIP, in Italia, si è chiamato "TUT" (Tariffa Urbana a Tempo), e a seguito di questa, poi, si sono introdotte varie tariffe differenziate, a seconda del tipo di traffico: prima è nata la "Tariffa A Tempo" (TAT) che si bassava sui secondi effettivi di conversazione, poi sono nate altre tariffe, poi è arrivata la concorrenza a introdurre altri sistemi differenti, tariffe al minuto, tariffe a scatti etc. e naturalmente da una parte (come dicevo all'inizio) lo sviluppo delle tecnologie ha cambiato tantissimo le carte in tavola: l'avvento di internet ha abbassato tantissimo i costi delle conversazioni, sino al punto in cui siamo arrivati oggi.
Insomma: questo era il sistema di tariffazione telefonica "a scatti", il primo che abbiamo avuto in Italia. Voi - quando eravate piccoli, magari - avete avuto il contascatti in casa? Oppure avevate già visto un contascatti?
Avevate idea di che cos'era un contascatti? Sapevate che c'era stata - appunto - questa tariffa telefonica "a scatti"?
Oppure non so: magari avevate parenti all'estero e quindi dovevate - ogni tanto - sentirvi telefonicamente, e s'aspettava il momento che costavano di meno le telefonate... non lo so: parliamone! Nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene: io sono Grizzly, questo era Operazione Nostalgia. Come sempre vi ricordo di fare pollice-in-alto, condividere questo vlog, iscrivervi al canale, seguirmi su Telegram e su tutti gli altri social: noi ci vediamo alla prossima, ciao a tutti!