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domenica 20 novembre 2016

VLOG speciale: in ricordo di Tango Uno



Ciao a tutti: io sono Grizzly. In questo periodo va molto di moda cominciare questi vlog un pochino "seriosi" con frasi ad effetto, come «Beh, questo video io  non lo volevo fare, eppure eccomi qua»
No: voglio andare totalmente controcorrente, perché invece sì, questo video lo volevo fare eccome. Era già da un po' di tempo che mi ero detto che lo avrei - comunque - realizzato. Ammetto tuttavia che avrei voluto fare questo video "il più tardi possibile": purtroppo questo momento è venuto, e dunque - appunto - eccomi qua.
Oggi voglio parlarvi di Felipe. Felipe è stato un mio amico, un mio grandissimo amico, un amico di lunga data: ho conosciuto Felipe quando avevo 18 anni, quando cominciavo a orientarmi nel mondo delle associazioni di volontariato e di protezione civile a Siracusa, quando avevo avuto la spinta di dire «Ehi: mi piacerebbe poter fare qualcosa che possa essere utile agli altri» e Felipe è stata la persona che mi ha - letteralmente - preso per mano e guidato all'interno del mondo della protezione civile.
Se io oggi, a quarant'anni, sono un volontario di protezione civile, credo tantissimo nel volontariato e cerco di partecipare attivamente a tutte le attività, lo devo soprattutto a lui, a Felipe. Perché io sono cresciuto come persona (e come volontario di protezione civile) nel tempo, proprio grazie al fatto che ho avuto lui come guida.
Felipe è una persona che ho incontrato - appunto - tantissimi anni fa (più di vent'anni fa), era un professore di letteratura alle scuole superiori, e l'ho sempre chiamato così: era una cosa particolare, un vezzo che avevamo, perché il suo nome è Filippo in effetti, ma sulla radiofrequenza lui si chiamava Felipe, e di persona... tra di noi che ci conoscevamo grazie alla banda CB, diceva «Se ci diamo del 'tu' sulla CB, come è giusto che avvenga, perché non si fanno distinzioni, allora è giusto darsi del 'tu' anche di persona.»
E quindi, anche se lui mi chiamava per nome, gli dava fastidio essere chiamato "professore" e quindi lo chiamavo "Felipe", così come lo chiamavo sulla radiofrequenza.
È stata una persona molto particolare nella mia vita, perché mi ha aiutato anche a superare dei momenti molto particolari della mia vita. E soprattutto è stato quel tipo di amico con il quale c'era il piacere di vedersi ogni tanto, sedersi davanti a un caffè e farsi una semplice e bella chiacchierata, ricordando un po' il passato con nostalgia, ma anche parlando del futuro, parlando di come si stavano muovendo le cose nella tecnologia, nella cronaca, nella protezione civile, etc.
Felipe è stato un utente molto attivo all'interno del mio blog "Diario di Viaggio", sin dalla sua nascita nel lontano 2004, e pensate che - in fondo - il mio format #DdVotr è stato un modo di portare il mio blog - appunto - su YouTube: di portarlo su una nuova piattaforma.
E il mio blog era nato - comunque - con un'idea: quella di poter condividere il mio pensiero, ma non dire "Va bene: questo è quello che penso io e non c'è niente da discutere", bensì proprio di dire "Ok, questo è quello che penso io, ma voi che cosa ne pensate? Parliamone!"... che in fondo è stata anche la filosofia di vita di Felipe per tantissimo tempo: infatti abbiamo sempre avuto molte discussioni molto interessanti proprio perché avevamo questo scambio di opinioni, perché anche lui era una persona che "Sì, io effettivamente la penso così, ma non è che questo è un pensiero 'scolpito nel diamante' che non si potrà più cambiare in nessun modo".
È stata una persona - come ripeto - molto particolare, è stato un amico molto particolare, un amico con cui ci siamo visti, veramente, fino a pochissimi giorni fa. Un amico di cui ricordo spesso il suo sorriso, soprattutto negli ultimi giorni, quando gli parlai dell'idea che avevamo avuto io e Francesco.
Come sapete io e Francesco anni fa abbiamo pubblicato un romanzo ("L'essenza oltre il buio") e coltiviamo il sogno, coltiviamo l'idea di - un giorno - poter portare quel romanzo in un film. E ci sarebbe piaciuto tantissimo coinvolgere Felipe in questa attività, perché ci sarebbe piaciuto veramente tantissimo: ci siamo immaginati Felipe nella figura del Capitano Federico Filetti, del comandante del brigantino della Front-Cosmo, che è uno dei personaggi in fondo "collaterali" del romanzo, ma è uno dei personaggi che ha un rapporto più contrastuale con il personaggio principale, e soprattutto Felipe, i suoi gesti... erano la cosa che ci davano in mente di più, appunto, il comandante Filetti.
Io e Francesco dicevamo... gli dissi io stesso: "Ci siamo immaginati tutti e due, mentre si avvicina il prof. McIntire, dopo che è stato messo Keller agli arresti: «Eh! Lo abbiamo messo agli arresti, eppure quel ragazzo continua ugualmente a salvarci il culo...», e il comandante, no? Che si alza il bavero dell'uniforme e si allontana... e ci siamo immaginati questo gesto..." con quell'espressività che aveva, tra il soddisfatto e il faceto, Felipe, quando gli era capitato di trovarsi di fronte a una situazione del genere.
E purtroppo era malato, Felipe. Combatteva con una serie di acciacchi e di problemi, combatteva con una serie di farmaci da andare a prendere, quindi sapevamo... un po' ce l'aspettavamo che - prima o poi - sarebbe finito tutto nel peggiore dei modi.
Quindi in realtà ci aspettavamo questa notizia, comunque questa notizia mi ha colto, veramente, tra capo e collo.
È una cosa che mi lascia un vuoto dentro, veramente, letteralmente incolmabile, perché - come ripeto - la mia crescita negli ultimi vent'anni, i miei ultimi vent'anni di vita sono stati un percorso abbastanza complesso, e una parte di questo percorso io... una parte di questa strada io la ho fatta assieme a Felipe.
E sono sicuro che mi mancherà tantissimo, perché è quella categoria di amico... lo dico tranquillamente, non è stato quell'amico che [schiocco le dita] se facevo un gesto arrivava: non era QUEL TIPO di amico. Era semplicemente quell'amico con cui - come ripeto - ci si sedeva, si prendeva un caffè e si poteva chiacchierare amabilmente solo per il piacere e per il gusto di farlo. E comunque - ciò nonostante - è stata una persona che ha significato tantissimo per la mia crescita culturale, per la mia crescita come volontario, per la mia crescita come persona.
Gli devo tantissimo, e so che mi mancherà veramente tanto.
Filippo, non ho avuto modo di dirti addio nella "maniera corretta", perché pur sapendolo, non me lo sarei mai immaginato, quindi questo video vuole essere il mio modo di dirti - semplicemente - "Ciao. Sentirò sicuramente la tua mancanza."

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