domenica 4 febbraio 2018

VLOG 201: I dischi a microsolco #DdVotr 201



Benvenuti viaggiatori: sono Grizzly e vi voglio mostrare un pezzo di storia: questo è un album di Elvis all'International Hotel di Las Vegas.
È un disco che è stato rilasciato nel 1970, e qui dentro (questa è una custodia di cartone) c'è una busta con il disco di vinile: io adesso - con delicatezza - tiro fuori la busta (la busta che fa anche da "catalogo" degli altri titoli disponibili sulla «piattaforma») e dentro troviamo il disco di vinile di Elvis, della RCA.
Questo disco è un «supporto musicale analogico» e non era l'unico supporto analogico disponibile negli anni '70: pensate che questo stesso disco è stato prodotto prendendo la registrazione fatta sullo Stereo-8. Ma è quello che è riuscito ad essere più "longevo", che è riuscito ad arrivare ai giorni nostri, e che - in qualche modo - sta vivendo una seconda vita.
E proprio dei dischi - non solo di vinile - voglio parlarvi oggi, perché questo è Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia
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Vogliamo ascoltare la nostra musica preferita? Niente di più facile: abbiamo strumenti come iTunes, come Spotify, moltissimi strumenti per ascoltare la musica in formato digitale come lettori multimediali portatili; il nostro stesso smartphone può essere uno strumento anche per ascoltare della musica che c'è copiata sopra.
Ma naturalmente non è stato sempre così: una volta c'erano moltissimi supporti per "trasportare" la musica e per ascoltare la musica più volte, che erano di tipo «analogico».
Sicuramente quello che ha la storia più lunga - come supporto per l'ascolto della musica analogica - è stato il disco a microsolco.
I dischi a microsolco erano in gommalacca, che è una resina naturale.
Per caso è anche il titolo di un album di Battiato del 1998 ma - naturalmente - non significa che venivano fusi i CD di Battiato per realizzare altri dischi: non scherziamo, non creiamo "Shock nella mia città"!
Scherzi a parte, dicevo: si utilizzava la gommalacca, che è una resina naturale, e si realizzavano questi dischi con questa resina naturale; il risultato era un disco piuttosto pesante.
Come funziona il disco a microsolco? Sul disco c'è un'incisione a "V" a spirale: parte dall'esterno, è molto stretta quest'incisione e arriva fino al punto interno del disco, fino al "centro" del disco.
Su questa incisione si appoggia una testina con una punta di diamante, questa testina resta - proprio - appoggiata, il disco gira e questa testina, quindi, si trova a scorrere all'interno di questo microsolco, e in questo microsolco c'è una serie di asperità che riproducono la vibrazione sonora.
Il sistema è estremamente basilare, ma ha funzionato molto bene per lunghissimo tempo.
All'inizio le asperità si trovavano sulla parte centrale del microsolco, semplicemente c'erano questa serie di avvallamenti e di oscillazioni che facevano oscillare la testina, e di conseguenza la testina - oscillando - vibrava e generava il suono.
Il sistema funzionava talmente bene che se tu spegnevi le casse, spegnevi tutto quanto e lasciavi solo la testina a girare sul disco, comunque avvicinandoti alla testina sentivi che la testina, vibrando, faceva proprio QUEL suono.
Poi c'erano dei sistemi per amplificare questo suono: il più basilare di tutti è stato il grammofono, che usava una trombetta di ottone, poi sono arrivati gli amplificatori elettrici ed elettronici, ma questo è un altro discorso.
Il principio - comunque dicevo - era appunto quello di trovare delle asperità sul solco che facevano vibrare la testina.
Successivamente si pensò di fare una cosa molto intelligente: dato che il solco ha due pareti, anziché mettere le asperità semplicemente "al centro" del solco, si mettevano le asperità sulle due pareti.
In questo modo che cosa si faceva? Si otteneva la possibilità di avere una vibrazione che poteva essere la stessa per destra e per sinistra, o leggermente differente, e quindi era possibile registrare dei dischi in stereofonia.
Il bello è che - dato che comunque l'asperità poteva essere molto simile, e c'erano leggere differenze quando c'erano i passaggi destra-sinistra, anche se uno lo metteva su un grammofono o su un piatto giradischi che non poteva gestire la stereofonia, il sistema funzionava lo stesso, ma altrimenti il piatto stereofonico - invece di una singola puntina di diamante - ne aveva due che si appoggiavano sui due bordi del microsolco.
Come dicevo i dischi erano realizzati in gommalacca (che è una resina naturale), però nella seconda metà degli anni '50 in America si cominciò a diffondere un altro sistema per realizzare questi dischi: il Cloruro di Polivinile. Questo permetteva di realizzare dei supporti che avevano un costo nettamente inferiore, dei supporti che erano più elastici e molto più resistenti, quindi permise di fare due cose.
La prima cosa era quella di abbassare la velocità di rotazione del disco: si passò dai 78 giri dei dischi di gommalacca ai 33 giri e mezzo (tipicamente) dei dischi di vinile. Questo aveva due punti a favore: il primo punto a favore era - appunto - quello che il disco era un pochino più resistente, e girando più lentamente sarebbe stato sottoposto a una inferiore usura.
La seconda è che - girando più lentamente - ci stava molta più musica (era possibile registrare molta più musica) sulla singola facciata: in certe occasioni si poteva arrivare sino a 30~40 minuti sulla singola facciata del disco.
Tra l'altro alcuni dischi, in cui era registrata solo della voce senza la musica (sono stati famosi - non so - per esempio dischi con discorsi dei presidenti degli Stati Uniti), venivano riprodotti a una velocità ancora inferiore (a sedici giri e tre quarti al minuto, circa), perché questo abbassava un po' la qualità sonora: non si poteva registrare musica, perché si sarebbe sentita molto cupa registrandola a 16,5 giri al minuto; però quando si trattava di registrare solo la voce, a 16,5 giri al minuto si poteva capire comunque benissimo (sarebbe stata leggermente cupa, ma funzionava), e in questo modo c'era ancora più spazio sulla singola facciata del disco.
Il vinile ha avuto grandissimo successo proprio per via del suo basso costo, della facilità di reperire il materiale primario, e per via del fatto che era - comunque - un supporto analogico molto resistente, tanto che intorno alla prima metà degli anni '90 si era smesso di produrre dischi in vinile, ma nell'ultima decina d'anni sta vivendo una rinascita, soprattutto grazie a moltissimi puristi del suono e appassionati di musica che ritengono che - fra i supporti analogici - il vinile sia quello che ha la sonorità più "calda" ed avvolgente.
Ora *personalmente* io non sono un esperto di musica, quindi ammetto che preferisco il supporto digitale, perché con il supporto digitale è possibile effettuare un mixaggio perfetto - veramente - al millimetro, ed è possibile ottenere un prodotto musicale che lo si sente sempre nello stesso modo, lo si può fruire sempre nello stesso modo, con una pulizia del suono a dir poco perfetta.
Però ammetto - appunto - che in questo modo il supporto digitale rende la musica una "fredda" riproduzione millimetrica di quello che sia: riconosco che - in effetti - il fatto che si usi il supporto analogico dà quel calore in più, perché ha quella sonorità leggermente differente.
Però - come ripeto - personalmente preferisco il supporto digitale.
E in fondo (lo ripeto di nuovo) io non sono un musicista, non sono un esperto di musica, per cui chiedo a voi: voi che cosa ne pensate? Voi avete utilizzato il vinile in passato? State utilizzando ancora il vinile?
Utilizzate ancora dei supporti musicali analogici? Preferite il digitale? Non lo so: parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Prima di concludere una piccola e veloce curiosità: il primo disco in vinile che ho posseduto (mi fu regalato da mio padre nel 1987) è stato «Dedicated to the Moon», l'album di Ivana Spagna (era il periodo del "boom" di Spagna), appunto.
Sempre per i curiosi, il primo CD che mi sono comprato, invece, è stato «Dreamland» del compianto Robert Miles: la prima edizione, quello senza "One and One".
Bene, ragazzi: io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostaglia. Come sempre vi ricordo di fare pollice-in-alto, condividere questo vlog ed iscrivervi al canale. Seguite il mio canale Telegram per non perdere le novità, seguitemi anche sui Social (trovate tutti i link sul doobly-doo), noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti!

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